Avvolti nelle nubi che nessuno sa: come in una camera a gas

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Taranto, all’alba del 24 novembre si è svegliata con odore di gas in buona parte della città.Taranto, anche la sera precedente, era andata a dormire con odore di gas, con la diossina che ci cammina accanto, con i fumi dei camini dell’area industriale siderurgica, a cui però sta facendo il naso, stiamo tutti  facendo il naso. Taranto, però, all’alba del 24 novembre ha avuto un po’ più paura, perché tutti i giornali locali ne hanno riportato la voce, quella della città che ogni tanto ha più timore, ogni tanto vuol capire, ogni tanto si ricorda che siamo in una camera a gas che a intermittenza ci sta gasando…

Da Cronache Tarantine  del 24 novembre 2014, un giornale on line che puntualmente informa su tutto ciò che di rilevante avviene in città (in redazione l’attento Andrea Cazzato): “La città questa mattina si è svegliata con una puzza di gas insopportabile. Sono diverse le segnalazioni che giungono al centralino dei vigili del Fuoco che stanno attualmente lavorando per risalire alle cause. Il cattivo odore è percepibile in diverse zone della città, con concentrazioni maggiori nel centro cittadino, via Cesare Battisti e Viale Magna Grecia. Una squadra di pompieri, in seguito ad alcuni rilievi ha accertato l’effettiva presenza di gas nell’aria, proveniente dall’area industriale del porto. I vigili del fuoco sono ora in contatto con i tecnici dell’Eni per appurare cosa sia successo anche se l’azienda petrolifera aasicura di non aver avviato alcuna lavorazione.  Si attendono i tecnici dell’ARPA che provvederanno alle dovute rilevazioni. Terremo aggiornati su eventuali sviluppi”

Questo è uno dei tanti risvegli della città , avvolta nelle nubi che nessuno sa…
Come è possibile andare avanti nella direzione della tutela della salute se nessuno interviene a fermare tutto questo?
Per la penna della giovanissima Emanuela Perrone, presente ad un convegno sui temi essenziali d’una città che s’interroga sul proprio futuro, riporto due righe, che la dicono lunga su come la città viva i suoi giorni più intensi, di lotte su tutti i fronti, per inquinamenti vari, con cui non si sa più come dividersi:

“La discussione si è animata  sulle questioni che riguardano il Porto ed il progetto Tempa Rossa. Il sindaco, ha nuovamente ribadito la contrarietà dell’amministrazione all’investimento petrolifero, non senza una nota polemica nei confronti di chi, «dopo anni di silenzio sull’argomento, dimenticandosi delle problematiche ambientali, mostrano ora il proprio dissenso al provvedimento con cui il consiglio comunale ha deliberato contro l’allungamento del pontile Petroli Eni». Il riferimento è alla Provincia di Taranto che solo recentemente aveva chiesto all’amministrazione di rivedere la propria posizione. Poi ha aggiunto che «il futuro di Taranto non è Tempa Rossa, ma lo sviluppo dei traffici commerciali dal Porto di Taranto. – ha commentato mostrano la piena vicinanza ai lavoratori del terminal e agli autotrasportatori da giorni in sciopero- La nostra battaglia è per la difesa dei posti di lavoro. Entro un mese partiranno i lavori di dragaggio -informa- e finalmente quello che è il motore della città riprenderà a funzionare». Secondo il giudizio del sindaco, bisogna anche puntare sull’enorme patrimonio archeologico della città, per la cui promozione l’amministrazione ha a disposizione cinque milioni di euro. Solo dopo hanno preso la parola quei pochi cittadini presenti che, senza troppi giri di parole hanno chiesto a Stefàno di fare il possibile affinché si impedisca all’Ilva di continuare a produrre e dunque inquinare. «Noi stiamo morendo e lei è pediatra. Tuteli i bambini di Taranto. -tuonano le mamme ed i papà- Continuare solo a parlare e mostrare carte è un’offesa alla nostra intelligenza». Di tutta risposta il sindaco però, ha spiegato che «il comune non ha competenza sulla grande industria. Istituzionalmente non abbiamo alcun potere»”.

L’allarme e la paura nella popolazione crescono. Temparossa è un progetto che spaventa chi conosce già la situazione drammatica del nostro territorio. Non darebbe  alcuna soluzione occupazionale e metterebbe a dura prova un ambiente ormai segnato dalle misurazioni, dalla paura di un incidente anche naturale che possa far scoppiare “la bomba”.
Riporto qui i dati di un progetto Peacelink air monitoring,  zeroipa.it, sulle misurazioni ipa, a cura di Alessandro Marescotti , Presidente Peacelink, nel giorno 24/11/2013

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“IPA cancerogeni a Taranto. Stamattina (con vento da NW a 11-12 km/h) le concentrazioni sono talmente elevate che non solo superano la soglia di 40 ng/m3 (aria pericolosa, spicchio grigio del grafico) per il 30% delle misurazioni ma anche quella di 80 ng/m3 (allarme, area nera del grafico) per il 70% delle misurazioni. Questo avviene proprio adesso. Scriviamo subito una email all’ARPA.

EMAIL ALL’ARPA PUGLIA. Stamattina abbiamo riscontrato valori particolarmente elevati di IPA con vento proveniente da NW. 
Essi hanno superato i 150 ng/m3. 
Volevamo sapere se anche i vostri analizzatori IPA hanno riscontrato tali picchi. 
Chiediamo gentilmente i valori orari di stamattina dalle ore 1 di mattina alle ore 9 di tutti gli analizzatori IPA ARPA a Taranto. 
Vorremmo sapere se ritenete utile in queste condizioni di segnalare all’ASL l’esigenza di sconsigliare il ricambio dell’aria per la popolazione tarantina esposta a queste concentrazioni che sono sicuramente superiori al fumo passivo di sigaretta. Grazie”

(Alessandro Marescotti – presidente di Peacelink)

Taranto non può essere abbandonata cos’, lo chiedono i  cittadini, quelli attenti, che si impegnano contro tutto e tutti, lo stanno chiedendo anche coloro che hanno dormito per anni, e lo chiedono i figli di questa terra, quelli che sono ancora qui, che vogliono crescere e che il futuro lo vogliono vedere e lo vogliono costruire.
Troppo facile, all’indomani della sentenza di Casale Monferrato, che ha preso a calci una comunità e le sue vittime, dire che Taranto non può diventare una seconda Casale…
Taranto ha già paura di diventare un’ennesima bolla di sapone, che se scoppia nessuno se ne accorgerà, nessuno,  lì dove si spingono i bottoni e la paura che nel processo per Disastro Ambientale nessuno paghi c’è già.
E tutto questo si respira qui, aria inquinata dai veleni che ci annodano lo stomaco, dove un giorno ti svegli…avvolto nelle nubi che tutti sanno… che nessuno sa.

(foto di Luciano Manna)


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