Rifondazione

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Si continua a fare l’errore di trattare il lavoro e le sue tutele come un tema a sé, mentre è una componente di una filiera di elementi che assicurano il funzionamento del Paese. Qualità della scuola, formazione avanzata, sostegno alla ricerca, buoni servizi della pubblica amministrazione, lotta all’evasione e alla corruzione sono questioni che si connettono intimamente al lavoro.e ne determinano la sua vitalità.  Ma basta che uno solo di queste componenti sia trascurata, che immediatamente i suoi effetti negativi si scaricano sul mondo del lavoro.

Ora, una scuola di pensiero “nazarena” ambidestra vorrebbe farci intendere che non possiamo più permetterci le tutele di una volta, quando eravamo ricchi e nel boom economico. Che dobbiamo scambiare dignità con sussistenza. Lavoro con precarietà esistenziale. Non credo sia questa una ricetta giusta, anche se un peggioramento economico c’è e va affrontato con strumenti nuovi di tutela. Ecco allora che lo Stato dovrebbe essere per il reddito di ogni persona il prestatore di ultima istanza negli intervalli tra un lavoro ed un altro.. Ma questo nuovo approccio costa e richiederebbe una lealtà fiscale tale da reperirne le risorse. E un sistema educativo che prepari giovani adeguati a tecnologie sempre nuove, generate da ricercatori motivati.
Insomma, bisognerebbe ripensare l’intera filiera del sapere, lavorare, condividere, come un grande progetto collettivo di rifondazione della nostra identità nazionale, fondata su impegno, responsabilità e legalità.

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