Gli occhiali di Enzo Baldoni saranno un pò meno rotti

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“…I miei occhiali si son rotti
ma qualcuno un giorno se li metterà
e a occhi semichiusi attraverserà 
posti distrutti e silenziosi”.

E’ la parte finale del testo “Occhiali rotti“, la canzone che Samuele Bersani qualche anno fa ha deciso di dedicare a Enzo Baldoni, giornalista e pubblicitario ucciso in Iraq nel 2004.
Gli occhiali rotti sono quelli di una nota foto che ritrae Baldoni brandire le sue lenti rovinate. Come a dire che non sarà una stanghetta mancante ad impedirgli di percorrere strade, osservare, approfondire, raccogliere testimonianze e scrivere.

Dieci giorni fa, a dieci anni dalla scomparsa di Baldoni Loris Mazzetti, a nome di Articolo21, ha deciso di lanciare una petizione su Change.org per chiedere che Milano, la città dove Enzo lavorava, gli dedichi una piazza o una via. Un atto simbolico per non dimenticare uno dei tanti, troppi operatori dell’informazione caduti sui tanti fronti di guerra.
Centinaia sono stati i messaggi di amici, colleghi o semplici cittadini che dopo la sua morte hanno voluto saperne di più su questo blogger – uno dei primi in Italia -, che da Timor Est alla Colombia, da Cuba all’Iraq voleva condividere le sue riflessioni sulle periferie del mondo.

Tanti i messaggi ma soprattutto migliaia le firme, ben quindicimila, tra cui quelle di Samuele Bersani, Bice Biagi, Ottavia Piccolo, Giulio Cavalli.
Il sindaco di Milano ha tempestivamente accolto l’iniziativa: “Nei prossimi giorni – ha scritto Pisapia su Facebook – incontrerò i rappresentanti dell’associazione Articolo 21 che, a dieci anni dalla sua drammatica scomparsa in Iraq, ha promosso una petizione su Change.org affinché venga dedicato ad Enzo Baldoni uno spazio nella città di #Milano. Richiesta a cui verrà dato sicuramente seguito. #unaviaperenzobaldoni”.

E così, in un futuro non troppo lontano, come ha orgogliosamente sottolineato Guido Baldoni, figlio di Enzo: “A Milano, potremo passare per via Enzo Baldoni. O piazza Enzo Baldoni. O, meglio ancora, largo Enzo Baldoni (amava citare Whitman, traducendo ‘large’ in modo un pò speciale: “Mi contraddico? Ebbene, mi contraddico. Sono largo, contengo moltitudini”). Una speranza astratta è diventata in poco tempo, grazie ad amici, parenti, conoscenti e sconosciuti, un progetto concreto”.

“Largo Baldoni”. E gli occhiali di Enzo saranno un pò meno rotti.

Fonte: “Il Fatto Quotidiano”


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