“Una piazza per Enzo Baldoni”. La petizione di Art.21 su Change.org

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Milano: una via, una piazza dedicata a Enzo Baldoni, pubblicitario e giornalista, per non dimenticare i troppi operatori dell’informazione caduti sui tanti fronti di guerra, vittime di agguati e di crudeltà, che non dovrebbero esistere mai, tanto meno in questo che, impropriamente, è definito tempo di pace”. Articolo21 lancia sul sito Change.org una petizione indirizzata al sindaco di Milano Giuliano Pisapia per chiedere che sia intitolata una piazza o una vita di Milano a Enzo Baldoni.

A promuovere la petizione Loris Mazzetti. Tra i primi firmatari il cantante Samuele Bersani, che a Baldoni ha dedicato la canzone “Occhiali rotti”, Bice Biagi, Stefano Corradino, Santo Della Volpe, Tommaso Fulfaro, Giuseppe Giulietti, Enzo Nucci, Ottavia Piccolo, Claudio Rossoni, Pino Scaccia, Barbara Scaramucci, Franco Siddi, Vincenzo Vita.
“Dieci anni fa – prosegue la petizione –  il 26 agosto 2004, Enzo Baldoni moriva in Iraq per mano di guerriglieri islamici. Era un giornalista che non scriveva per sentito dire: voleva prima vedere, poi capire e quindi raccontare. Aveva deciso di far sapere le miserie che esistono nel mondo, i sacrifici delle persone meno fortunate e le responsabilità dei potenti. Della sua tragica fine conosciamo solo l’epilogo, non sappiamo se è stato giustiziato appena sequestrato oppure una settimana dopo, come ci hanno raccontato le cronache.
Quello che è avvenuto dal giorno della sua scomparsa rappresenta una vergogna per il nostro paese: l’incapacità di proporre una strategia di mediazione con i sequestratori, addirittura furono sbagliati i canali per avviare la trattativa. Nulla potrà riparare alla perdita dell’uomo e al silenzio della sua voce, ma intitolare a Enzo uno spazio di Milano, la città in cui lavorava, dove aveva creato la famiglia, dove sono nati i suoi figli, significa non voler dimenticare il giornalista e la persona generosa e rendere simbolo di Pace la sua ultima immagine in libertà quando, a piedi, di corsa, sventolando una bandiera bianca precedeva il convoglio umanitario della Croce Rossa Italiana nel tentativo di farlo entrare nella cittadina assediata di Najaf, priva di acqua e viveri”.

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