Cdr Tg1, Usigrai, Fnsi e Ordine dei Giornalisti contro gli attacchi di Grillo

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“Ancora una volta il Movimento Cinque Stelle ha fatto quello che nessuna forza politica dovrebbe mai fare. Mettere all’indice, nel blog di Beppe Grillo, con nome, cognome e addirittura immagine, una collega che ha fatto onestamente il suo mestiere di cronista. E’ una pratica che il Cdr del Tg1 e il segretario dell’Usigrai condannano e respingono categoricamente”. Cosí scrivono in una nota il CdR del Tg1 e il Segretario Usigrai Vittorio di Trapani. “Libertà di stampa non è certo riportare quello che un responsabile della comunicazione del M5S ritiene essere la parte importante dell’intervento di Grillo, ma farne una sintesi in totale autonomia e libertà. Il servizio del Tg1, inoltre, ha rispecchiato quello che peraltro è apparso ampiamente su tutti i principali quotidiani italiani. Vizio della vecchia politica lottizzatrice la pretesa di scegliere i brani da riportare ed il taglio da dare ai servizi di cronaca politica. Ma non è così che si fa. E se nell’intervento di Rocco Casalino sul blog di Grillo c’era un vago sentore intimidatorio, sappia che il tentativo non è andato a buon fine. Le giornaliste e i giornalisti del Tg1 e della Rai Servizio Pubblico continueranno a fare il loro lavoro avendo come unico faro il rapporto di fiducia che da anni ed anni li lega ai loro telespettatori”.

“I nuovi attacchi del Blog del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo ai giornalisti, l’ultimo alla collega Claudia Mazzola e al Tg1, sono indecenti quanto inutili, perché chi fa e vorrà fare informazione professionale non accetterà mai di trasformarsi in portavoce privato di chi vorrebbe i media purgati al proprio umore e al proprio servizio”. A scriverlo è il segretario Fnsi Franco Siddi. “Insulti e intimidazioni sono respinti al mittente e debbono indurre tutta la categoria a rafforzare e migliorare la qualità dell’informazione in termini di libertà – come hanno osservato il direttore del TG1, Mario Orfeo, il Cdr della testata e l’Usigrai – tenendo vivo, in termini pluralistici, il dibattito per rinvigorire il servizio pubblico radiotelevisivo.
Elevare continuamente giornalisti a nemici rende meritorie risposte del tipo “Me ne frego” (e – sottinteso – ‘proseguo per la mia strada’) di Giuliano Ferrara e ancora di più le risposte concrete della moltitudine dei giornalisti che eleverà sensibilmente l’asticella contro le violenze e le minacce. Assicurare puntuale e legale lavoro di cronaca e corretta circolazione delle idee differenti e’ bussola permanente del giornalismo onesto. E’ opera preziosa di legalità democratica; sempre, legittimamente, l’opposto delle nostalgie per purghe staliniane o pratiche di olio di ricino.
A tutti i colleghi minacciati e offesi anche in queste settimane e, da ultimi, persino il defunto Federico Orlando, fino a Ferrara e ora la collega Mazzola la solidarietà e la memoria attiva delle perenni battaglie della Federazione Nazionale della Stampa, per la libertà dell’informazione e per le libertà di tutti. A Grillo e al M5S la permanente disponibilità al confronto su questi temi, a partire dalle ricorrenti tentazioni legislative di nuovi bavagli, inaccettabili sempre da qualsiasi parte provengano. Su questo punto la Fnsi e’ sempre dalla stessa parte e sollecita sin d’ora il ministro della Giustizia, Orlando, a porre attenzione alle proposizioni riformatrici e di libertà della Fnsi e degli organismi di categoria, in linea con gli indirizzi delle Carte e della giurisprudenza internazionale sui diritti dell’uomo”.

“Il solo giornalista bravo è il giornalista servo, scodinzolante, pronto ad applaudire un leader che fa dell’insulto e della demonizzazione di chiunque altro il suo credo quotidiano”. E’ il commento del presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino. “Non tutti hanno la forza dell’ironia di Giuliano Ferrara che non solo replica con un “me ne frego”, ma fotografa la politica di Beppe Grillo ribattezzandolo Gribbels. L’attacco alla collega del Tg1, Claudia Mazzola, va oltre il tentativo di intimidazione. In un clima esasperato dalla stupidità che impedisce di ammettere di aver detto una sciocchezza sui terroristi islamici, si arriva a ipotizzare un collegamento tra la legittima indignazione e la barbara uccisione del collega James Foley e, ora, si tenta di demonizzare una collega che, con tutto il Tg1, fa una cronaca doverosa di quanto accade”.


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