Microcosmo

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Prendo il pullman delle 5,45 per andare dal mare al lavoro in città. Ci sono ancora i lampioni accesi Alla fermata arriva una signora dell’Est, mi saluta, rispondo, mi dice l’orario di arrivo del mezzo visto che le dico che lo prendo per la prima volta e che ha una figlia brava che studia. A bordo mi siedo vicino ad una piccola donna orientale, che sorridendo agevola la mia sistemazione. Salgono operai con gli zaini, i visi stropicciati puliti e l’odore di sapone da bucato e di sigaretta appena spenta. Molti si parlano in una lingua dura e sibilante. Due infermiere dietro di me commentano la ristrutturazione imminente dei reparti e dei nipoti.

Mi assopisco e mi sveglio a destinazione. Molti si salutano. 
Capisco che in quel pullman c’è il microcosmo di una comunità, che si fa compagnia prima di ogni giornata di lavoro.
Scendo e non so perché, ma mi sento riconoscente verso la serena tenacia di quei passeggeri.

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