Media social e mainstream ormai connessi in maniera inestricabile

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Il giornalismo tradizionale è stato influenzato in maniera molto significativa dalla continua crescita del numero di persone che si rivolgono ai social media per trovare e condividere informazioni.
Una nuova indagine condotta da Ogilvy (una importante azienda di relazioni pubbliche Usa) sulla base di una serie di interviste a oltre 75 giornalisti, redattori e producer americani ha rivelato infatti  l’ importante ruolo che i social media giocano nel guidare sia l’ impatto che il successo di un servizio.
Oltre la metà dei giornalisti intervistati (il 53%) – spiega una nota dell’ azienda di PR – vede un “forte legame” fra il successo della copertura mediatica e l’ effetto di amplificazione che viene dai social media, mentre un altro 44% ci vede “qualche” collegamento. Oltre il 90% del campione ritiene che l’ impatto di una storia sia collegata alla quantità di reazioni che essa riceve sui social media su piattaforme come Twitter.
Non solo l’ informazione giornalistica si sta spostando rapidamente da media mainstream a quelli social – rileva lo studio , ma i giornalisti apprezzano questo fenomeno. La maggioranza degli intervistati ha detto che l’ amplificazione da parte dei social media e il relativo passa-parola può essere una definizione valida del “successo” di un articolo in vista della sua ripresa da parte di altre testate.
“I giornalisti e i professionisti delle Relazioni pubbliche hanno di fronte un nuovo mondo di diffusione delle diffusione”, ha detto Jennifer Risi, Managing Director a Ogilvy Media Influence. “La fusione dei media sociali e tradizionali sta spianando la strada ad un nuovo paradigma di generazione delle notizie – creando interessanti opportunità per i marchi più esperti e lungimiranti”.
L’ indagine ha però anche rivelato l’ esistenza di tensioni nel rapporto tra mainstream e social media quando si tratta di cronaca. In particolare, l’ 88% degli intervistati ritiene che la “corsa alle notizie” abbia un impatto “significativamente” o “abbastanza” rilevante sull’ integrità di una notizia. Inoltre la metà degli intervistati sostengono che la “contrazione delle redazioni e delle risorse” a disposizione sia oggi l’ ostacolo principale a un buon giornalismo, mentre i dubbi sulla qualità e la precisione delle notizie diffuse gratuitamente attraverso i social media siano destinati a crescere.
Nonostante le attuali sfide che il giornalismo tradizionale si trova ad affrontare,  solo l’ 8% degli intervistati ha detto che avrebbero scelto una carriera alternativa nelle PR o nel marketing mentre il 56% del campione opterebbe per lavorare in un’ altra testata se dovesse lasciare quella attuale.
L’ indagine ha anche mostrato che nell’ attuale ambiente informativo “social”, l’ autorevolezza delle fonti pesa come la popolarità. Degli oltre 75 professionisti intervistati, il 27% ritiene che le celebrità siano i principali vettori delle notizie, seguiti dai giornalisti/presentatori (26%). Seguono personaggi politici (21%) e dirigenti d’ azienda in quarta posizione ma con molto distacco (13%).
In ogni caso, al momento attuale – sostiene Risi – “gli imprenditori non possono farcela da soli, ma hanno bisogno di costruire un insieme di esperti e sostenitori che li aiutino a spostare l’ ago della bilancia in maniera efficace”.

Da lsdi.it


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