“Signori del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia), c’è una sola vittima ed è Federico”. Lettera di Lino Aldrovandi

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Sig. Tonelli, oggi leggo con meraviglia le sue dichiarazioni sulla stampa.
Buon giorno, sig. Tonelli. Quanto tempo che è passato! Si ricorda quando nel febbraio 2006 entrando in questa storia lei disse Telestense intervenendo sul caso Aldrovandi: «se non fosse stato per il buon cuore di una signora . Federico sarebbe ancora la a sbattere la testa contro gli alberi»? Forse lei è stato un po’ distratto e assente in questi anni, se afferma oggi che le vere vittime sono quei 4 agenti condannati definitivamente in Cassazione.

Vede, ora noi sappiamo che Federico è stato ucciso da 4 persone con una divisa addosso, e che non sbatteva la testa contro gli alberi e che quelle grida, con l’effetto che una signora telefonò alla polizia, tralasciando se il cuore della signora era un buon cuore o no, erano procurate dal male che stavano facendo a Federico e che quegli agenti erano loro che facevano urlare Federico. E’ diverso, non ne conviene?
Quelle 54 ferite poi gliele hanno procurate i suoi colleghi Pontani Enzo, Forlani Paolo, Segatto Monica, e Pollastri Luca, che gli hanno rotto addosso due manganelli, mentre, piccolo particolare sa, per non cercare di farli apparire meglio di quello che sono, quest’ultimo lo calciava anche con i piedi mentre Federico a terra implorava di smetterla e di aiutarlo. Le vittime, mi permetta non sono quei suoi 4 colleghi definiti, non a caso, schegge impazzite da un procuratore generale della cassazione, ma Federico e basta.

Non credo che lei rappresenti il pensiero di tutti i poliziotti, almeno lo spero. E per la privacy di altri suoi colleghi, perché “qualcuno chissà non gliela facesse pagare”, per le tante attestazioni di solidarietà che da loro ho ricevuto in privato, per un ragazzo ucciso senza una ragione con depistaggi compiuti da altri poliziotti, anche questa parte integrante della storia disgustosa dell’omicidio di un ragazzo di 18 anni che non stava commettendo alcun reato.

Se leggesse quei commenti, ci rimarrebbe male glielo assicuro, ed è anche per questi “poliziotti” che ha un senso lottare perché quell’immagine di polizia sana e forte, che mio padre carabiniere ha sempre proiettato nella mia fantasia di bambino, ora di orfano di un figlio ucciso senza una ragione da 4 poliziotti, non sia strappata definitivamente. Si tranquillizzi sig. tonelli, nessuno ce l’ha con la polizia. Non l’ha ancora capito? E’ un qualcosa di troppo prezioso per tutti noi per potergli essere contro. Già che ci siamo le suggerisco anche una campagna tipo “via i delinquenti e i pregiudicati dalla polizia” e vedrà presumo che aumenterà il rispetto della gente. Sicuramente anche del mio e di Federico e di tutte le vittime di tante storie simili, parenti compresi.

Un’ultima cosa vorrei chiederle, e scusi la mia ignoranza, quando lei nell’affermare, come da frase a lei attribuita sui giornali, sempre nel febbraio 2006, “questa società non ci merita”, lei lo intendeva come polizia di stato o come sindacato?
La capisco sa, il figlio non era il suo e poi mi “consenta” cosa c’entrano i gesti eroici compiuti.con questo. Questo non lo è.
O no?


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