Tony Cercola alla conquista del mondo con una “buatta”

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Ho incontrato personalmente Tony Cercola un paio di volte durante i nostri percorsi di vita, la prima in occasione della presentazione del suo ultimo cd “Nomadi del Vesuvio” e la seconda, invece, nel foyer del teatro Bellini di Napoli durante l’intervallo dello spettacolo, “L’Erba Cattiva…non muore mai”, http://archivi.articolo21.org/1462/rubrica/enzo-gragnaniello-in-teatro-per-raccontare-i.html, che Enzo Gragnaniello portò in scena alcuni anni or sono. Non poteva, ovviamente, mancare a quell’appuntamento <<Visto che con Enzo aveva lavorato spesso>>. In quel caso mi confidò un’idea, un pensiero che poi ho ritrovato in questo libro, “Come conquistare il mondo con una buatta”, che ha realizzato insieme allo scrittore Antonio G. D’Errico per le “Edizioni Anordest”. In quel caso Tonino si domandava come mai quel suo lavoro discografico non avesse innescato un dibattito, un confronto tra gli addetti ai lavori. Un lavoro sicuramente di qualità, aggiungo anche  adesso. Ma all’epoca non mi meravigliai visto che, difficilmente, si intavolano dibattiti intorno a lavori discografici soprattutto quelli che nascono nella città porosa, la Napoli millenaria dove tanta musica continua a nascere. Credo, probabilmente, perché questa musica al di là di ogni pensiero condizionato dall’esteriorità, non si limita al puro intrattenimento ma, soprattutto, punta all’analisi della contemporaneità. Risulta quindi difficile riflettere con le note del pentagramma, si tratta di un esercizio poco praticato perché poco piacevole. Con Tony Cercola, invece, si è obbligati a riflettere. Anche con questo libro, reso scorrevole e lineare dalla penna di D’Errico, risulta interessante e mai banale. Si tratta di un’auto biografia di chi <<Ha vissuto di semplicità, di emozioni che gli giungevano dalla musica>>. Tony Cercola seppure non ha conquistato il mondo, lo ha comunque girato interamente grazie alla sue percussioni e ad una musicalità in continua evoluzione. <<Ma la musica, oggi, non crea cultura>>, essa è <<Contaminata, figlia dell’inganno e del calcolo>>. Un jaccuse forte, che ha sempre contraddistinto il buon Tony che, però, non si assolve da responsabilità perché <<La musica deve suggerire soluzioni>>. Soluzioni a dei problemi che, ovviamente, non devono essere considerate delle verità ma almeno delle opportunità.  Gragnaniello in merito affermò che l’arte dovrebbe essere un lanternino per i governanti.                                                          

Il libro è interessante, prosegue un filone che da qualche tempo, anche se sporadicamente, vede gli artisti di Partenope proporre le proprie idee anche su carta. Si tratta di un’idea vincente e convincente, che questo lavoro coglie in pieno. Arricchito dai contribuiti dei colleghi di Citarella con i quali ha lavorato insieme come Pino Daniele, Eduardo Bennato e Tony Esposito. Ricco di aneddoti ma anche pieno di spunti culturali che lancia <<un’artista proiettato versi interessi di internazionalità>>.


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