La giornata della memoria è tutti i giorni

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Qualcuno dice che andarci gli ha sconvolto la vita. Altri lo raccontano come un forte pugno in pancia, come un qualcosa per cui non si può mai esser pronti. Un qualcosa di atteso ma che spiazza completamente  perché oltre qualsiasi tipo di immaginazione, oltre qualsiasi tipo di “preparazione”. A me il vento gelido di  Birkenau mi ha spazzato via ogni sicurezza. Attraversando quel campo, dopo aver visto  Auschwitz, a distanza di quasi 10 anni dalla visita del campo di concentramento di Mauthausen, mi ha fatto rimettere in discussione ogni tipo di convinzione, ogni tipo di parametro personale. Mi sono sentito, per la prima volta in vita mia, spogliato da una qualsiasi forma di umanità. Credo che ogni cittadino europeo debba-una volta nella propria vita- visitare quel posto. Con la stessa sicurezza credo che ogni cittadino italiano debba essere spinto a visitare i resti dei campi di concentramento del nostro Paese e- assolutamente- il Museo Monumento al Deportato di Carpi. Un pezzo di Europa e della storia d’ Italia- un pezzo tanto tragico quanto importante- dimora lì, dimenticato dai più. E’ dovere oggi- giornata della memoria- ricordare; ma è dovere intimo e personale di tutti conoscere più a fondo cosa è stato, quello che può portare la follia umana se non osteggiata, combattuta e culturalmente arginata passo dopo passo. Quello che può portare la quotidiana discriminazione razziale, quella religiosa, quella sessuale, quella ideologica. Quello che può portare una sostanziale caccia al diverso e l’isolamento di chi vive nella propria libertà anche se appena fuori dagli schemi. E’ bene sottolineare come in quei campi e in quei forni non siano morti solo ebrei ma omosessuali, oppositori politici, migranti, apolidi, minoranze etniche e religiose, malati di mente, disabili, prostitute, mendicanti e semplici detenuti. Oggigiorno, ognuna  di queste categorie viene ancora umiliata e discriminata nel nostro quotidiano: in ogni luogo, a qualsiasi latitudine. E ogni volta che questo succede siamo un passo più vicini a quegli orrori, non nati dall’oggi al domani e non circoscritti territorialmente. Orrori nati passo dopo passo, orrori rotolati da monte verso valle senza che abbiano trovato ostacoli veri tra la gente comune, troppo impegnata a girare la testa per non vedere quello che accadeva, troppo distratta dall’ egoismo del “salvare se stessi” per accorgersi che il proprio silenzio si stava trasformato giorno dopo giorno in colpevole complicità.
“E’ avvenuto contro ogni previsione, è avvenuto in Europa (…)incredibilmente, quindi può accadere di nuovo”: a noi la responsabilità di far vivere il giorno della memoria non solo il 27 gennaio di ogni anno ma ogni giorno, declinando nel nostro quotidiano i passi che anni fa portarono a tutto quello che purtroppo oggi ricordiamo come un qualcosa di lontano, ovattato e quasi anestetizzato dalla distanza temporale.
“Ognuno è l’ Ebreo di qualcun altro” lo è stato 69 anni fa e lo è ancora oggi: forse anche più di ieri e -se non combattiamo difendendo la memoria di ciò che è stato- rischiamo lo sia meno di domani.
Buona giornata della memoria e resistenza quotidiana a tutti.

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