La legge porcata non c’è più. Era ora

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Nelle parole si cela il senso delle cose. Il ministro leghista Calderoli, quando il centrodestra in Parlamento approvò la sua nuova legge elettorale, la definì letteralmente una “Porcata”. Che non è soltanto una porcheria ma qualcosa di mirato a danneggiare gli altri. Ce la siamo tenuta per 8 anni questa porcata. Ora ce l’ha tolta dai piedi la Corte Costituzionale. Ha dichiarato l’illegittimità del premio di maggioranza alla Camera e al Senato e delle norme sulle liste bloccate senza preferenza. Entrambi i punti sono stati bocciati. Tradotto in concreto tutto questo significa che (se non ci saranno novità sul piano legislativo) la legge elettorale in vigore diventa da questo momento un proporzionale con sbarramento al 4 per cento. Cambia tutto e salta il presunto bipolarismo, peraltro già messo in discussione dagli italiani nelle ultime elezioni. Col proporzionale sarebbero necessarie oggi come oggi  intese allargate. Ma questo è un altro discorso al momento prematuro. Per adesso accontentiamoci. La porcata non c’è più, è “vissuta” anche troppo. In questi giorni tutti i media avevano accreditato la tesi che la Consulta avrebbe rinviato a gennaio ogni decisione per non turbare gli equilibri della politica nazionale. Non è andata così e i media si sono sbagliati. Accade quando i “retroscenisti” si spacciano per persone che sanno tutto. Spesso non è vero. Come non è vero che i nostri politici siano lucidi e abbiano dei “piani” per la testa. Procedono piuttosto alla cieca. A tutelarci è ancora e solo la vecchia Costituzione del 1947.

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