Report, Alemanno inaugura la querela via twitter

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“Alla #Gabanelli solo una risposta: querela per diffamazione e risarcimento danni per le  menzogne contro #Roma in onda su @reportrai3″. Non ha neanche aspettato la fine della trasmissione il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Già alle 22:50 di ieri su twitter cinguettava contro Milena Gabanelli e la sua puntata dal titolo “Romanzo Capitale” in cui si parlava di tangenti, infiltrazioni mafiose, debiti milionari delle municipalizzate…

“Un’inchiesta che assomiglia a un film noir. Solo che è tutto vero” spiegava l’autore dell’inchiesta Paolo Mondani nel presentare l’inchiesta. “I subappalti per la metro C  infiltrati dalle mafie; la nuova banda della Magliana che entra negli affari che contano;  i mille consulenti del Comune, i debiti milionari delle municipalizzate; lo scandalo delle tangenti sui filobus. E tanti omicidi. Non è Romanzo Criminale, questa è la Roma vera degli ultimi anni. Report passa al setaccio le zone grigie di una città aggredita per accaparrarsi il fiume di danaro che la attraversa. L’urbe eterna è piena di debiti, talmente indebitata da dover svendere i gioielli di famiglia. Ad attendere al varco c’è una nuova criminalità”.

Alemanno ha così inaugurato la prima querela via twitter. Oggi – è un film già visto –  Gabanelli, Mondani, Report e Rai3 saranno inondati da una cascata di dichiarazioni di consiglieri capitolini del Pdl e di deputati e senatori che sbraiteranno per l’infamante  puntata che vuole gettare fango sul sindaco. Grideranno al complotto mediatico per
rovesciare l’amministrazione comunale. Ma scommettiamo che a nessuna delle tesi affrontate in trasmissione qualcuno replicherà nel merito.

Attendiamo quindi di sapere quale sia la nuova cifra milionaria avanzata dai querelanti per riparare l’onta della diffamazione. L’ennesima “querela temeraria”. Dopo quella dell’Eni che ha stimolato oltre 100mila cittadini a firmare una petizione. Che continua. Perché cambia il querelante ma non la sostanza: si usa la querela come strumento intimidatorio per impedire ai giornalisti di documentare e ai cittadini di sapere, di conoscere la verità.

Contro queste “querele temerarie”, tema su cui i saggi hanno ben poco saggiamente sorvolato, è ora e tempo che il Parlamento si pronunci.

da “Il Fatto Quotidiano”


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