Foscolo, Femen, foto e matite

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di Nadia Redoglia
A poche ore dalla chiusura un primo segnale salta all’occhio e, al momento, è il peggiore: l’afflusso alle urne è calato, prevalentemente al sud, ma non è finita qui. Se sarà confermato che è invece aumentato l’afflusso nelle regioni in cui si vota anche per le amministrative, è ragionevole chiedersi quanti aventi diritto hanno disertato le politiche annullando o lasciando in bianco le schede.
Stante le news che non ricordiamo aver mai sentito/visto nelle precedenti, queste elezioni sono state caratterizzate dalle matite bagnate (se la percentuale dei sottoposti umettanti risulterà elevata, ci sarà da ridere -per non piangere- quanto a contestazioni da scrutinio), dalle foto per voto-souvenir (alle urne andai, a te pensai, questo ricordo ti kliccai) e dalle storiche (quanto stoiche, date le temperature)  Femen trascinate con (inaudita) forza dalle forze dell’ordine, guarda caso tutti maschietti.

Per quanto dei brogli l’ombra ci pressi dentro l’urne, sconfortate dai pianti, noi possiamo solo sperare (questa volta più che mai) che all’apertura dei sepolcri non escano i soliti zombie, arabe fenici,  famiglie Addams e foschi in generale. Su tutto il resto, riuscendo a vivere, si può lavorare.


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