Bellissima vittoria del “popolo d’Israele”. E’ lui infatti che ha dichiarato conclusa l’epoca Netanyahu.

0 0

Le fotografie del premier a poche ore dal voto fotografano la sua campagna elettorale: lo raffigurano con i soldati e al muro del pianto. Tutto questo ha detto molto poco all’elettorato, preso da ben altri problemi, che poi sono i frutti del liberismo assoluto del primo ministro. Un liberismo scatenato che ha portato in piazza migliaia e migliaia di giovani, ai quali Netanyahu ha risposto confermando il suo liberismo assoluto.

Checché ne dica il Corsera, unico al mondo, Netanyahu ha fallito clamorosamente. Infatti in Israele si è votato non per decorrenza della legislatura, o per crisi di governo, ma perché il premier ha sciolto la Knesset, alla ricerca di una maggioranza ancor più ampia di quella che aveva. Il risultato? Calo vertiginoso del suo partito, nascita di una destra estrema, ancor più estrema di lui, tenuta degli utraortodossi, alleati odiati, e soprattutto vittoria di un centro tumultuoso e nuovo, guidato da un giovane giornalista televisivo, Lapid, che da zero arriva a 19 seggi in un colpo solo. La fine del re non poteva essere più amara.

Ha fatto la sua guerra pre-elettorale a Gaza, ha portato al calor bianco le relazioni con la Casa Bianca, ha sfidato i giovani della protesta di piazza, invaso la Cisgiordania di colonie, ha pensato leggi incredibili ai danni dei cittadini di etnia araba d’Israele, in partenariato con iil suo ministro degli esteri, ha avuto il pieno sostegno bellicista del leader laburista che in virtù di questo ha ridotto il suo partito ai margini della politica, poi ha sciolto il Parlamento. E ha perso ben 9 seggi su 120, pari a una percentuale molto vicina all’8% dei voti!.

Dunque l’esito di questo voto è chiaro: il popolo di Israele, seppur in assenza di alternative forti, gli ha detto consapevolmente e clamorosamente “no”, anche se il Corsera, unico al mondo, fa finta di aver letto altri dati.
Il mondo di Annibale


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21