Susan Rice, l’ultima vittima del 9/11

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Susan Rice getta la spugna, chiama Obama e gli comunica che rinuncia: non vuole essere candidata a succedere a Hillary Clinton. Il presidente accetta, perché i repubblicani sul suo nome annunciavano “fuoco di sbarramento” e avrebbero fatto l’ira di Dio in sede di ratifica parlamentare della nomina. Dunque il nuovo segretario di stato americano sarà John Kerry.

La Rice paga qualche colpa dell’amministrazione americana ma soprattutto l’impazzimento della destra americana. Il punto d’attacco contro di lei, quello plausibile, è la dichiarazione immediatamente successiva all’attentato dell’11 settembre a Bengasi, nel quale perse la vita l’ambasciatore statunitense in Libia: “attacco non organizzato”, disse la Rice. Mentre i vertici della Cia andavano a donne si verificò quel cortocircuito informativo di cui tutti si ricordano e la Rice può essere criticata per quella dichiarazione un po’ “frettolosa”. Questo ci sta. Ma il sospetto è che dietro ci sia altro, molto altro.

McCain, che è stato candidato alla Casa Bianca per i repubblicani quattro anni fa, è infatti arrivato ad accusare la Rice di essere coinvolta nell’attacco dell’11 settembre 2001. Non solo lo ha detto in una conferenza stampa, ma ha aggiunto di essere giunto a questa conclusione dopo aver letto le carte illustrategli da altri senatori repubblicani Usa.

Qual è l’accusa? La Rice prima del 2001 lavorava al desk Africa, e in quel periodo Osama bin Laden riuscì a fuggire inosservato dal Sudan all’Afghanistan. Così McCain oggi dice: “signora Rice, come mai non si accorse di nulla?”

E’ un’accusa curiosa. Le voci su possibili complicità Usa con Osama bin Laden sono ben altre. I rapporti tra amministrazione (repubblicana) e Osama sono sospetti e oggetto di ben altri studi. C’è un’ enciclopedia di testi, tesi, ipotesi, racconti, sospetti, accuse, finzioni, coperture, imbarazzi. E’ pazzesco che oggi qualcuno pensi di porre un problema del genere scaricando tutto questo su una “distratta” funzionaria del desk Africa. Vuoi vedere, verrebbe quasi da pensare, che a qualcuno non piaceva che accanto al presidente Obama sedesse un segretario di stato anche lui di pelle non bianca?

Il mondo di Annibale


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