La7, “Mediaset può comprarla? Sic”

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“Dopo le voci di un possibile acquisto delle infrastrutture trasmissive di Telecom da parte di Mediaset, ora si rincorrono voci su un possibile acquisto della stessa La7 da parte dell’azienda di Silvio Berlusconi. Sarebbe possibile? La risposta è si!” Lo scrive Nicola D’Angelo, già commissario dell’Authority sul blog del Fatto Quotidiano. ” Negli scorsi giorni – prosegue D’Angelo – ho parlato della necessità di una riforma della legge Gasparri, sostenendo che fino a che le sue norme non fossero state superate in Italia si sarebbe continuata a porre una ”questione televisiva”. Qualcuno ha sorriso. Dopo quest’ultima notizia dovrebbe farlo un pò meno. In base all’articolo 43 della legge Gasparri Mediaset puó acquistare La7 in quanto il limite antitrust indicato è che nessun soggetto puó avere ricavi superiori al 20% del totale del sistema integrato delle comunicazioni (cd Sic). Mediaset detiene nel calderone infinito del Sic circa il 13% dei ricavi per cui ben potrebbe in base alle vigenti norme acquisire la televisione del gruppo Telecom, che, visti i suoi ricavi, poco inciderebbe sull’incremento del 13% e comunque in una misura largamente inferiore alla soglia del 20%. Questo dice la legge Gasparri e le quantificazioni del Sic fatta dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (dati indicati da Agcom nell’ultima relazione al Parlamento)”.

“Esiste poi – prosegue D’Angelo sul sito www.ilfattoquotidiano.it un problema di concentrazione limitativa della concorrenza affidato alla vigilanza dell’Autorità Antitrust. Ma visti i precedenti non c’è da stare allegri. Per l’Agcm come per l’Agcom non é esistito in Italia un problema di posizioni dominanti nel mercato della televisione. Quanto al limite contenuto nello stesso articolo 43 della Gasparri sul numero dei programmi irradiabili (non più del 20% del totale), dopo le interpretazioni di Agcom sul monte complessivo dei canali, praticamente è come se non ci fosse. Neppure le abbondanti soglie massime per la raccolta pubblicitaria sarebbero ostative, giacchè nel Sic non si è individuato tra i mercati che lo compongono quello pubblicitario (stavolta davvero Sic!). Infine, ci sarebbe il limite massimo dei cinque mux per ciascun operatore. Ma c’è un dubbio mai chiarito: questo limite riguarda i soggetti che partecipano alla gara per l’assegnazione delle ulteriori frequenze (attualmente è scritto nelle norme sul beauty contest) ovvero è diventato un principio di sistema?”


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