Il Papa è stanco

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Di Francesco Peloso
Benedetto XVI ha 85 anni, e comincia a mostrare segni visibili di stanchezza. Questo tuttavia sarebbe il meno, considerata l’età e la responsabilità di cui è investito. Il fatto è che, come avviene per ogni fine di regno lunga o breve che sia, si cominciano a diffondere voci e rumours sulla salute del Pontefice, cioè del sovrano.

L’uomo è anziano, ha diversi problemi – come è naturale che sia – solo che nel caso del Papa ogni particolare, ogni variazione, viene passata alla lente d’ingrandimento. Benedetto XVI non va più in Valle d’Aosta a causa dell’altitudine, lo stesso problema gli ha impedito di visitare Città del Messico quando nei mesi scorsi si è recato nel grande Paese americano. Spesso nelle cerimonie nella basilica di San Pietro usa una pedana mobile per percorrere la navata centrale, e in pubblico è apparso anche con un bastone al quale appoggiarsi.

Ora cominciano a diffondersi, incontrollate, voci sul suo stato di salute, su improvvisi peggioramenti cui sarebbe soggetto in un certo giorno, su crisi e ricoveri. E’ una situazione che abbiamo già vissuto con Giovanni Paolo II e che si è verificata già in precedenza. Il fatto è che da Pio XII in poi – vale a dire dal dopoguerra in poi – i media hanno cominciato a scrutare il copro del Pontefice, ogni suo segno, e ogni segno proveniente dai sacri palazzi per cogliere l’attimo in un cui il pontificato finisce. E’ un’abitudine un po’ macabra, inevitabile però quando si ha a che fare con una monarchia assoluta che tende a ridurre al minimo il tempo in cui il mondo è consapevole che c’è un’assenza di potere, che l’istituzione non ha guida, cioè che si apre il periodo della cosiddetta sede vacante.

Un paio di giorni fa, in serata, si è diffuso un allarme improvviso circa il peggioramento delle condizioni di salute del Papa. Un vorticoso giro di telefonate, di smentite, di voci appunto non verificabili. Ciò che invece abbiamo visto con i nostri occhi è un’ambivalenza: domenica 30 luglio, all’angelus celebrato a Castel Gandolfo, il Papa era in forma. La cerimonia si è svolta come di consueto all’interno del cortile del Palazzo apostolico gremito di fedeli. Ratzinger ha salutato, parlato e scherzato con la gente.

Poi sono arrivate le notizie di cui sopra. Oggi si è svolta l’udienza generale. Il Papa è a Castel Gandolfo dall’inizio di luglio, per tutto il mese passato ha interrotto le udienze generali che sono riprese il primo agosto. Questa mattina Benedetto XVI è apparso – a distanza di soli tre giorni dall’ultima apparizioni pubblica – affaticato, provato, forse anche piegato dal caldo; l’udienza è durata in tutto venti minuti scarsi, troppo poco anche per un’udienza estiva.

Dunque il Papa è visibilmente stanco ed è cominciato quel lento stillicidio di informazioni e fughe di notizie circa la sua salute.

Altre fonti parlano di un Papa “malato” – ma questo appunto è noto – e soprattutto scoraggiato dalla crisi della Curia e dallo scandalo di Vatileaks con tanto di processi e inchieste interne. Il declino dell’istituzione, insomma, coincide con la crisi du un uomo, anziano, certamente dal profilo conservatore, che ha provato a fare un po’ di pulizia nella Chiesa senza riuscire però a ‘riformare’ quella Curia romana ormai inadatta a rappresentare la complessità della Chiesa universale. Una Curia che di fatto lo ha combattuto dopo averlo eletto credendo di vedere in lui un altro esponente del potere assoluto della Chiesa. Ratzinger non a risolto l’ambiguità: essere difensore del sistema ecclesiale così come esso è strutturato, e allo steso tempo volerne correggere abitudini, costumi, culture, funzioni. E’ quel tentativo di riformismo dall’interno, tipico dei sistemi autocratici, che non riesce poi a fiorire, che resta imprigionato in una serie infinita di contraddizioni.

Resta il dramma che si consuma ogni volta, nei sacri palazzi, quando l’argomento ‘salute’ del Pontefice diventa inevitabile. Navarro Valls negò fino all’ultimo, anche con maestria, la verità sulle condizioni di salute di Wojtyla. Celebre l’episodio narrato ai giornalisti di tutto il mondo quando il Papa polacco non era più in grado di ingerire nulla ormai agli ultimi giorni di vita; nell’occasione Navarro raccontò alal stampa mondiale di come Giovanni Paolo II avesse fatto colazione mangiando ben 12 o 13 biscottini.

A settembre Ratzinger dovrebbe comunque andare in Libano per un viaggio di tre giorni. Nulla ancora indica che la visita non si svolgerà. Gli alti e bassi proseguiranno, vedremo di nuovo il Papa sorridente e di nuovo abbattuto. Il tramonto sarà più o meno lungo, ma le manovre per il dopo di certo sono già iniziate.


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