MoveOn Italia: le ragioni di un nuovo movimento di cittadinanza attiva

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“La politica dovrebbe essere la massima espressione del disinteresse personale. Noi cittadini non diciamo che i partiti sono un male assoluto, ma che lo diventano quando vengono utilizzati male. Sembra una cosa scontata ma è proprio quello a cui siamo di fronte.” MoveOn Italia si presenta attraverso le parole di Marco Quaranta.

Marco, ti abbiamo ascoltato in più di una occasione – al convegno Usigrai, qualche giorno fa in piazza a Montecitorio in un’altra manifestazione – circostanze diverse, insieme a realtà diverse a cui ti sei rivolto con passione. Qual’è il senso e quali le finalità dell’azione di MoveOn… Cosa propone?
La politica dovrebbe essere la massima espressione del disinteresse personale. Noi cittadini non diciamo che i partiti sono un male assoluto, ma che lo diventano quando vengono utilizzati male. Sembra una cosa scontata ma è proprio quello a cui siamo di fronte. Prendi quello che è successo ieri: è stata una triste giornata con quello che è accaduto col rinnovo delle cariche Agcom. Ecco, Move On è e vuol dire rivendicazione di un ruolo di responsabilità rispetto a questo stato di cose o a cose di questo tipo. MoveOn non è solo passione civile – che non deve ovviamente mancare – è e vuole essere soprattutto “responsabilità” dei cittadini rispetto alla cosa pubblica. Non puoi lamentarti di vivere in un paese il cui Parlamento offende se stesso e la società civile che dovrebbe tutelare, affermando impunemente la menzogna come è accaduto, per fare un altro esempio, con la storia della nipote di Mubarack. Un’offesa alle istituzioni e al senso comune della gente. Per non subire cose come queste bisogna semplicemente non restare passivi a guardare. Bisogna agire responsabilmente e, cosa che conta ancora di più, agire con proposte, prima ancora che proteste.

Chi può contribuire alla realizzazione di un simile percorso e come si può attuare?
Se i giornalisti, il mondo della cultura, le associazioni, i movimenti, i sindacati riescono a fare quadrato su proposte dei cittadini possiamo veramente dire che siamo sulla buona strada. In questo giorno molto triste (le nomine Agcom, ndr) in cui i partiti dimostrano di non fare le cose per i cittadini, ma per mantenere il proprio potere, dobbiamo avere la forza di costruire insieme. In oltre sessant’anni di repubblica i cittadini non sono mai stati in realtà quello che dovrebbero essere e non hanno mai fatto quello che dovrebbero fare: cioè far parte realmente dello stato e collaborare entrando nelle istituzioni, per dare contributi di idee e partecipazione. Chiediamo in particolare ai giornalisti di rendere noto che esistono proposte dei cittadini per realizzare in Parlamento soluzioni valide per tutti.

Vi rivolgete solo ai giornalisti?
No, certo che no. Come cittadini diciamo che si deve stare insieme e rendere coese tutte le forze buone del paese, anche, ad esempio, i ragazzi del movimento “5 stelle”! Se non facciamo questo, continueremo a fare centinaia di inutili conferenze, centinaia di rivendicazioni senza risposta, centinaia di cose umilianti, perché sappiamo benissimo che dall’altra parte c’è un Parlamento che continua a fare i suoi giochi come ieri nel caso delle nomine Agcom.

Però, dei riscontri in termini di attenzione da parte della classe politica, come sembrerebbe dalle numerose  interviste che avete pubblicato sul vostro blog nelle settimane passate, pare non manchino…
Siamo molto contenti di sentire le istituzioni vicine che dicono “siamo con i cittadini”. Poi, però, bisogna che lo si dimostri con i fatti! E perché i fatti si realizzino è indispensabile, ripeto, che vi sia una grandissima capacità di coesione di cittadini, partiti che vogliono realmente rinnovare e movimenti che spingano il cambiamento. Questo è MoveOn, non è un circolo chiuso. E’ piuttosto il momento di realizzazione di questa grande unione. Uniti sui fatti grazie, soprattutto, alla capacità di proposta. Questo è il senso del nostro progetto “La Rai ai Cittadini”. Un progetto concreto fondato su 3 passaggi fondamentali: riforma della governance del servizio pubblico televisivo, legge sul conflitto di interessi – vero cancro della democrazia – legge sull’antitrust. Riuscire in questo progetto significa spalancare le porte al rinnovamento e alla rivitalizzazione democratica del paese.  In America hanno iniziato questa piccola grande rivoluzione. Noi vogliamo farla nostra e rendere ancor più virtuoso questo percorso.

Il prossimo obiettivo?
La RAI ai cittadini, che domande!


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