Lettera aperta al Commissario Enrico Bondi. Ecco la mia denuncia

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Signor Commissario alla gestione delle spese, dottor Enrico Bondi, Lei è stato chiamato dal governo a mettere ordine nei costi immotivati, fasulli, o ingiustificatamente maggiorati, della Pubblica Amministrazione. In poche parole stiamo chiedendo ai cittadini sacrifici pesanti, pesantissimi, non possiamo continuare a tassare sempre gli stessi, dobbiamo tagliare le spese. Ci aiuti, le dice questo Governo,  a trovare il bandolo della matassa. Capiamo bene. Il bilancio dello stato sembra il sottosuolo di Dostoevskij, abitato da fantasmi, un labirinto di cunicoli che non si sa dove portino, quale logica li governi. Ci si perderebbe anche un genio come Einstein.
Fa ancora di più il Governo messo di fronte allo sgomento della spesa pubblica. Dice ai cittadini: dateci una mano, aiutatici a individuare gli sprechi. Prendete la parola anche voi, non lasciate tutto in mano a Striscia la Notizia.

Si può lasciare inascoltato l’ appello di un governo che vuole il bene del Paese?. No. Certamente.
Ecco la mia denuncia, la denuncia di quello che io ritengo uno spreco, se tale la magistratura contabile lo considererà (in questi giorni la Guardia di finanza sta sequestrando le carte) di denaro pubblico: i quasi trenta milioni di lire spesi al Lido di Venezia per costruire un Palazzo del Cinema dove non si può costruire. C’ è un progetto, non conosco bene la logica con la quale sono stati condotti i carotaggi, certo è che lì il progetto approvato a seguito di un concorso lì, in quel modo, non si potrà realizzare. Allo stato c’ è un enorme buco che getta discredito non solo sulla Mostra internazionale d’ arte cinematografica, ma sull’ intero paese. Da tempo, per i giornalisti che da tutto il mondo vengono a questa manifestazione, quel buco spropositato è oggetto di zimbello e di presa in giro della scapestrataggine italiana.

Ora ci troviamo di fronte ai soldi spesi per un’ opera progettata per un luogo in cui non si poteva realizzare, ma c’ è anche, e non minore, il danno economico in cui viene gettata una manifestazione internazionale finanziata dal Governo italiano che getta così, al vento del ridicolo, quella che è stata la prima Mostra internazionale d’ Arte cinematografica, pensata e realizzata quando c’ era ancora chi non considerava il cinema un’ arte, iniziativa che subito dopo la seconda guerra mondiale gli altri paesi (la Francia con Cannes, la Germania, con Berlino, e via elencando) ci hanno invidiato, copiato e, grazie anche agli aiuti dei loro governi, sorpassata. La gente viene qui da tutto il mondo e la cosa più evidente è questo enorme buco malamente coperto da una moltitudine di teli di plastica, che persino il vento di diverte qui ad arrotolare, là a scompaginare.

Dottor Bondi,  Lei conosce molto bene il valore economico di un danno di immagine, di un prodotto screditato. Intervenga subito, faccia coprire quel buco maledetto. Ci sono spese che sono danaro buttato, ci sono spese che sono un giustificato investimento. Provveda con la Sua intelligenza di uomo che conosce l’ industria (e cos’ è il cinema, oltre ad essere un arte, se non un industria?). Lei ha l’ intelligenza, l’ acume, la determinazione per capire e far capire che un uomo che rivede la spesa pubblica non lavora solo con l’ accetta, non è un tagliatore di teste o di addizioni. E’ un uomo che ha una visione strategica dell’ economia, di ciò che si spende per avere un ritorno economico, un capitale di credito internazionale. Faccia coprire subito quel buco, ci liberi al più presto da questo sorriso compiaciuto di una stampa internazionale che i fatti, la dura oggettività dei fatti, ha reso malevola. Dimostri che anche in questo il Governo è cambiato, ha riaperto un dialogo con l’ opinione pubblica internazionale.


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