Il Bel Paese degli scarti… umani!

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di Luchino Galli e Maria Cabri – Mai Più Disoccupati
Italia: repubblica dell’Europa meridionale un tempo rinomata per l’ottima cucina, le bellezze storico-artistiche e paesaggistiche, la vocazione artigianale e manifatturiera, oggi alla ricerca di nuova identità.

La Costituzione della Repubblica italiana la vuole fondata sul lavoro, ma è stata approvata nel 1947, un tempo ormai remoto in cui era arduo immaginare l’attuale presente, in cui il lavoro… scarseggia.

Italia: qui sempre più esseri umani – italiani e stranieri – figli di un dio minore vengono mortificati e offesi, abbandonati, dimenticati, traditi!

Anche nel Bel Paese sempre più persone sono trasformate in merci a basso costo, in strumenti di produzione a perdere, usa e getta… per poi diventare esuberi… avanzi, scarti umani!

Angela, 40enne toscana, ha un disperato bisogno di lavorare. Su segnalazione di un conoscente, si propone ad un imprenditore commerciale del posto che l’assume in qualità di lavoratore a chiamata. In realtà, Angela svolge un lavoro stagionale continuativo di 40 ore settimanali, retribuite 2.88 euro all’ora, con un forfettario complessivo di 500 euro mensili. Il compenso mensile è ritenuto “esoso” dall’imprenditore, dato l’orario ridotto (!!) per cui viene corrisposto; “un compenso che può essere pagato solo in alta stagione, per massimizzare la produttività dell’azienda”… Per Angela, sola ed emarginata – condizioni comuni a tanti poveri – quei 500 euro mensili sono comunque una piccola boccata d’ossigeno, visto che non è riuscita a trovare altro lavoro: per quattro mesi potrà in qualche modo tirare avanti e forse, anche quest’anno, non finirà in strada…

Nella stessa impresa lavorano da anni due giovani cittadini non comunitari, Dinesh e Jedda. Ad Angela, Jedda e Dinesh è affidata la cucina. Improvvisati operatori professionali del settore, non hanno neppure frequentato il corso HACCP, obbligatorio per il personale addetto alla produzione, preparazione, somministrazione e distribuzione di alimenti e bevande.

In anni, mai un controllo del personale da parte delle autorità preposte (Istituzioni a volte indifferenti e sorde alle stesse denunce dei dipendenti!!).

Jedda e Dinesh hanno un contratto part-time a tempo indeterminato; in realtà entrambi lavorano a tempo pieno, anzi pienissimo: Jedda per almeno dieci ore giornaliere; Dinesh – in qualità di factotum e svolgendo saltuariamente diverse incombenze presso l’abitazione del titolare – anche fino a quattordici ore giornaliere. Entrambi sono retribuiti con un forfettario di 650 euro mensili. La busta paga è una mera formalità… che non valga niente quello che c’è scritto lo ripete spesso il titolare!

Dinesh, il collaboratore di fiducia, non riuscendo a trovare un alloggio, è ospitato per la notte da amici o dorme nello scantinato (non attrezzato all’uso) dei locali sede dell’impresa…

Italia, Bel Paese per tanti privi di coscienza che annichiliscono l’esistenza di donne e uomini, italiani e stranieri, accomunati da identiche storie di bisogno, povertà e sfruttamento!


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